Dal Convegno Shopping (R)evolution dell’Osservatorio Multicanalità 2016, qui il mio storify, mi fermo e condivido con voi alcune riflessioni del Professor Noci sui “data”.
Seguire il consumatore nei molteplici Journey comporterà il sempre maggior uso di “tecnologia” in quanto occorre, raccogliere, integrare, analizzare la mole di informazioni per effettuare azioni di marketing.
Una delle sfide odierne è proprio integrare dati non strutturati con dati strutturati, ovvero come raccogliere le info dalle interazioni on line e come integrarle nei sistemi di “data marketing” interni.
Cosa dice Noci.
L’attività di acquisto si è articolata nel tempo divenendo sempre più un processo non lineare: sta emergendo che – in chiave di c.d. “seamless experience” – il processo non è più formato da molteplici fasi discrete – un tempo contestualizzate in punto vendita – ma anzi si sovrappongono in più momenti diventando tutto contestuale.
Ciò vuol dire che “contestuale” debba per forza essere trasferito in attività di pianificazione di “real time marketing”?
Noci afferma che siamo ancora in una logica prodotto centrica, induco nello specifico punto di “contatto” un’azione di programmatic, dato uno specifico touchpoint, ma l’azione che faccio dipende dal percorso, comunicando ancora in maniera “indifferenziata”.
Agisco in tempo reale sì – afferma Noci – ma occorre ancora lavorare alla vera comprensione di ogni fase del customer journey: manca la profondità di pensiero sulle analisi, auspicando un’analisi “anche in batch”, ma più profonda e meno in “real time”, almeno per ora.
Conta veramente la dimensione dei “data”, conta veramente il dato?
Più che BIG conta la “variety” dei dati.
Quindi non tanto solo le dimensioni ma interessa integrare dati non strutturati con dati strutturati, ovvero vari dati di comportamenti con dati fatturato ed è necessaria una maggior profondità di analisi, che possa portare valore per il consumatore.
Concludendo, Noci:
- “Mi interessa l’informazione, trasformo il dato in un costrutto logico di pensiero per i decisori aziendali (“actionable”).
- sarà necessaria una maggiore capacità di generare valore nel sistema interazione con gli utenti, ovvero prodotto personalizzato pensato per la famiglia/individuo”.
L’informazione sarà un nuovo asset.
Ogni società diventerà una “data company”
Questo diventa un elemento di competitività delle imprese ovvero la capacità di integrare dati con una architettura che sia coerente e dove il sistema di “input informativo” possa diventare un asset delle operation aziendali.
La “marketing machine” dovrà essere capace di acquisire dati e trasformarli in info e scaricarli, processarli in qualcosa di “actionbale”: il processo sui dati potrà diventerà la vera CORE ACTIVITY dell’azienda per poi prendere decisioni in modo “sostenibile”.
Qui il video completo degli interventi, con il Prof. Noci da 2:51:59
Sempre più informazioni e comunicazione con il consumatore.
Molti touchpoints, esigenze sempre più evolute e diversificate: le aziende dovranno gestire al meglio tutte queste informazioni per mettere al centro dell’azienda la relazione con il consumatore e potendo sfruttare questo straordinario vantaggio competitivo.
Tema complesso che spero nuovamente di poter approfondire nei prossimi post, condividete qui i vostri pensieri.
Un pensiero su “Dati: varietà e profondità di analisi, più che la dimensione “big””