Da qualche settimana è stato pubblicato il Rapporto COOP 2016, un’analisi sui trend e consumi dell’Italia, che l’azienda di distribuzione rilascia ogni anno.
E’ un’analisi – la versione completa – di più di 300 pagine su dati, tendenze, sui valori in cui credono gli italiani, millenials e “pantere grigie”, le molte “italie dei consumi”, salute e sperimentazione, mobilità alternativa… questi solo alcuni dei titoli delle innumerevoli tavole.
Leggendola, mi sono soffermato su alcuni “topics” relativi ad alcuni comportamenti di acquisto e sulla distribuzione in Italia: si tratta di una mia personale sintesi ma vale la pena sfogliare tutte le tavole o la sintesi – qui scaricabili – per rendersi conto dei fenomeni di cambiamento in corso e i numeri che vi sono dietro.
ITALIANI PIU’ DIGITAL
Non si arresta la crescita dell’ecommerce, gli acquisti online, effettuati sempre più spesso da dispositivi mobili, cresciuti di oltre 40 punti percentuali solo nell’ultimo anno.
Lo Smartphone è il vero compagno di vita (15 mio venduti nell’ultimo anno +16%)
- È il primo pensiero al risveglio e l’ultimo prima del sonno.
- Sempre più tecnodipdenenti: lo usiamo per chattare, navigare, fotografare e orientarci: è il fulcro della nostra giornata.
Alcuni numeri:
- 60% degli smartphone in circolazione ha meno di un anno
- 16 milioni gli smartphone attivi in Italia
- 37 le linee telefoniche fisse per 100 abitanti in Italia
- 63% gli italiani che guardano il cellulare prima di addormentarsi
- 68% gli italiani che guardano il cellulare anche senza notifiche
Sempre più digitale nei consumi degli italiani, vuol dire quindi boom nelle vendite di smartphone e nella fruizione di contenuti digitali che spesso, grazie alla loro gratuità, alleggeriscono la spesa degli italiani.
SPERIMENTAZIONE, INNOVAZIONE E LOTTA ALLO SPRECO
Italiani alla ricerca di nuove metriche: c’è voglia di sperimentazione.
“Leggo attentamente le etichette, cerco attivamente prodotti con ingredienti salutisici, mi piace fare la spesa”, queste le affermazioni più ricorrenti.
- Gli Italiani sono innanzitutto quelli che amano di più lo shopping alimentare (il 60% contro una media europea inferiore al 50%). E rispetto agli altri paesi europei danno meno importanza al prezzo, che rimane comunque l’attributo più importante con il 33% delle risposte (47% per la media europea). Proprio il piacere di fare della spesa fa emergere con forza una maggiore attenzione per gli sconti e le promozioni, la fruibilità del punto di vendita (entrambi con il 27%) e le selezioni assortimentali (23%).
- Secondo Nielsen, il 34% degli intervistati vorrebbe trovare sugli scaffali di ipermercati e supermercati prodotti in grado di accompagnare uno stile di vita più sano ed equilibrato, ancor più che prodotti a contenuto impatto ambientale (28%) o con ingredienti naturali (23%) e più del doppio rispetto a piatti pronti e di rapido utilizzo (15%). Ed una crescente quota di consumatori sceglie dove fare la spesa solo in funzione della presenza in assortimento di merceologie bio e con attributi salutistici. I nuovi stili alimentari condizionano la scelta del negozio
Agli Italiani piace BIO
Boom nel primo semestre con +21%, ritorna il cibo naturale e l’etnico, sono entusiasti della sharing economy (il 5% usa le piattaforme), considerano l’ambiente un bene primario e ricercano la sostenibilità anche nel carrello della spesa.
LA DISTRIBUZIONE IN ITALIA
Il dettaglio italiano deve affrontare la doppia sfida di una ripresa che ancora non si concretizza in un aumento delle vendite e di nuove metriche di acquisto di un consumatore sempre più sperimentale e consapevole delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie.
- Crescono i punti vendita specializzati e quelli orientati alle tecnologie.
- Discount e superstore sono i formati maggiormente performanti.
- Crescono i punti vendita specializzati e quelli orientati alle tecnologie
- Farmaci e carburanti: è boom di nuovi punti vendita nei settori (parzialmente) liberalizzati.
Il dettaglio italiano, se misurato in proporzione al numero di residenti, appare più diffuso nelle regioni con una più bassa densità demografica
In difficoltà grandi iper e libero servizio: il mercato italiano della distribuzione alimentare è quello più difficile d’Europa; la redditività della Gdo è crollata con la crisi dei consumi, quella dell’industria alimentare è rimasta in media europea.
IL PUNTO VENDITA VINCENTE
Il consumatore vuole una GDO più empatica.
Le leve (sopra visualizzate) sulle quali agire sono:
- shopping experience
- prodotti freschi
- comunicazione
- offerta innovativa
- tecnologia
Perde appeal la pubblicità: contano sempre di più i consigli delle persone fidate o dei “guru” della rete ( meno marca e più recensioni del web).
Sorprende invece come la notorietà del brand sia diventato un elemento meno importante nelle metriche dei consumatori. La marca è infatti segnalata da poco più di un sesto degli intervistati. I contenuti immateriali del brand sembrano cedere il passo al valore intrinseco dei prodotti in senso salutistico e nutrizionale.
Tornando al punto vendita, già il RapportoCoop 2015 sottolineava come per gli italiani lo store fisico rimanga centrale, lo sarà anche in futuro grazie alla tecnologia e dovrà diventare più smart e vicino alle nuove esigenze del cliente.
Gli italiani, infatti, dichiarano già oggi un utilizzo più pronunciato rispetto alla media europea delle nuove tecnologie di punto vendita (soprattutto casse self checkout o scanner salvatempo).
Le innovazioni che appaiono maggiormente richieste sono quelle che semplificano il processo di acquisto nell’ambito del punto vendita fisico: buoni sconti digitali, shopping list virtuali, più info digitali, device d’ausilio alla scelta e disponibilità di collegamento wifi.
Le mie analisi sul comportamento di acquisto in store proseguiranno, nel frattempo grazie per la lettura e potete lasciarmi i vostri commenti, i vostri contributi sono preziosi.
Fonte: Rapporto Coop 2016
2 pensieri su “Consumi e distribuzione: presentato il nuovo Rapporto Coop 2016”